DA 59 A 55 SOLDI: LA DOPPIA VITA DEL DIRITTO DI UN MEZZO SCUDO

Studio delle modifiche effettuate, a cavallo di una riforma del valore della moneta argentea, sul conio di diritto per un mezzo scudo di Filippo II d'Asburgo.

 

di Antonio Rimoldi

 

L'emissione di monete del valore di mezzi scudi d'argento durante il governo milanese di Filippo II iniziò verso la fine del 1556 [1], due anni dopo l'ascesa di Filippo al potere. La moneta era valutata soldi 56 [2]; il medesimo valore avranno i mezzi scudi emessi successivamente nel 1557 [3] e nel 1562 [4].

Nel 1567 iniziò l'emissione di nuovi mezzi scudi [5], al valore di soldi 59. Conii e punzoni vennero realizzati probabilmente da Leone Leoni almeno per il tipo artisticamente più valido, avente lo stemma al rovescio comprendente le armi di Fiandra e Tirolo ed ornato lateralmente da festoni e teste d’ariete. Per comodità il valore di questa nuova emissione era stato connesso in maniera indissolubile al corso dello scudo d'oro (due mezzi scudi d'argento equivalevano ad uno scudo d'oro) [6].

 

Nel 1577 i documenti riportano l'introduzione di un nuovo mezzo scudo d'argento valutato 55 soldi [7]. Tale nuova emissione [8] era chiaramente differente dalle coniazioni precedenti.

Lo stemma era infatti ben diverso per forma e non più inquartato con le armi reali di Spagna ma con quelle di Castiglia, Leon e di Milano. Venne inoltre aggiunto, caso eccezionale per la monetazione milanese dell'epoca, il valore in numeri arabi nell'esergo del rovescio [9].


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Fig. 1

Filippo II (1554 - 1598), Milano, Mezzo scudo
Crippa 21, Varesi asta n. 63,
Pavia,  26 Novembre 2013, lotto 315

 

A tutte queste innovazioni sul rovescio della moneta non corrisposero però cambiamenti originali al diritto, si optò anzi per un sistema piuttosto banale di marcatura della nuova moneta. Venne infatti mantenuto il tipo caratteristico delle precedenti emissioni, usando i medesimi punzoni per realizzare il busto del sovrano, ma ai lati di quest'ultimo vennero apposte due grandi stelle o due rosette. L'espediente - certamente pratico – non risultò però di felice riuscita artistica, specialmente nel caso della varietà con stelle in quanto tali elementi furono incisi piuttosto rozzamente a bulino.

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Fig. 2.

Filippo II (1554 - 1598), Milano, Mezzo scudo
Crippa 22/A, Coll. Privata.

 

Data l'entità minima, in fase di incisione dei conii, della differenza al diritto rispetto all'emissione del 1567 non siamo troppo stupiti dall'aver individuato un conio utilizzato per la battitura di mezzi scudi sia da 59 che da 55 soldi.

Il conio di diritto risulta condiviso da due monete, una appartenente all'emissione artisticamente più semplice [10] del 1567 (Fig. 1) e l'altra alla varietà con stelle [11] coniata nel 1577 (Fig. 2). È interessante notare nell'esemplare da 55 soldi la differenza di freschezza tra il conio di diritto riutilizzato e quello di rovescio approntato ex-novo, a testimonianza di una coniazione senza particolari necessità estetiche.
A seguire, alcune elaborazioni grafiche che permettono di stabilire inequivocabilmente l'identità di conio "di base" tra i due esemplari (Figg. 3, 4).

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Fig. 3.

Applicazione di linee parallele come riferimento per
l'analisi di alcuni particolari


Fig. 4.

Applicazione di filtri differentemente colorati e sovrapposizione dei diritti dei due esemplari. Gli unici particolari
che risultano non coincidenti sono imputabili a difetti di coniazione (salto di conio sulla seconda P di PHILIPPVS,
graffi, diversità della forma del tondello) oltre ovviamente alle stelle aggiunte nell'esemplare da 55 soldi.


Note


[1] Si tratta del mezzo scudo con al diritto una rosetta dietro il busto di Filippo II ed al rovescio la figura di S. Ambrogio che scaccia gli Ariani. Crippa 1990, p. 135, n. 18/A. Per la datazione cfr. Argelati 1750, parte III, appendice, tab. VII, p. 42.

[2] Crippa 1990, p. 136.

[3] Ibidem, p. 135, n. 18/B.

[4] Mezzo scudo c.d. "del morione"; Ibidem, p. 138, n. 19.

[5] Ibidem, pp. 140-141, nn. 20-21.

[6] Ibidem, pp. 140-141, note.

[7] Argelati 1750, parte III, appendice, tab. VII, p. 42.

[8] Crippa 1990, p. 143-144, nn. 22/A-22/B.

[9] Esiste un'emissione di mezzo scudo con armi di Milano, Castiglia e Leon priva del valore ma datata 1577 all'esergo del rovescio. Tale emissione (Crippa 1990, p. 145, n. 23) è della più grande rarità e stilisticamente similare alle emissioni di mezzi scudi con al rovescio lo stemma inquartato con le sole armi di Milano (Ibidem, pp. da 146 a 156, nn. da 24 a 27/E). Data l'innovazione costituita dal segno di valore impresso nella tipologia descritta nel testo riteniamo che tale emissione sia stata con ogni probabilità la prima al valore di 55 soldi.

[10] Ibidem, p. 141, n. 21.

[11] Ibidem, p. 143, n. 22/A.




Bibliografia

 

Argelati F. 1750, De monetis Italiae variorum illustrium virorum dissertationes, Milano.

Bellati F. 1776, Serie de' governatori di Milano dall'anno 1535 al 1776, con istoriche annotazioni, Milano.

CNI V: Corpus Nummorum Italicorum. Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medioevali e moderne coniate in Italia o da italiani in altri Paesi, volume V Lombardia (Milano), Roma 1914.

Crippa C. 1990, Le monete di Milano durante la dominazione spagnola dal 1535 al 1706, Milano.

Crippa C., Crippa S. 1998, Le monete della zecca di Milano nella collezione Pietro Verri, Milano.

Gnecchi F., Gnecchi E. 1884, Le monete di Milano da Carlo Magno a Vittorio Emanuele II, Milano.

Gnecchi F., Gnecchi E. 1894, Monete di Milano inedite, Supplemento all'opera: Le monete di Milano da Carlo Magno a Vittorio Emanuele II, Milano.

Elliott J. H. 1982, La Spagna imperiale 1469 – 1716, Bologna.

Leydi S. 2013, Leone Leoni "scultore delle stampe della Cecca di Milano" (1542-90), in The Art of Leone and Pompeo Leoni, a cura di S. Schroder, Turnhout, pp. 19-32.

Severgnini S. 1986, Un Leone a Milano. Vita e avventure di Leone Leoni scultore cesareo, Milano.

Travaini L. 2011 (a cura di), Le zecche italiane fino all'Unità, 2 volumi, Roma.

Zanuso S. 2013, Appunti sulla formazione artistica del giovane Leone Leoni, in The Art of Leone and Pompeo Leoni, a cura di S. Schroder, Turnhout, pp. 11-18.